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Limitazione correnti prese bivalenti e norme CEI 64 8
(troppo vecchio per rispondere)
RLDeboni
2008-05-04 12:42:03 UTC
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Premessa: io sostengo che a monte delle prese bivalenti 10A/16A si deve
porre un magnetotermico da 10A.

a) Molti elettricisti mi rispondono che e' prassi installare un
magnetotermico da 16A, giustificando il ragionamento che altrimenti
sarebbe uno "spreco" di cavi (come se una considerazione "economica"
potesse prevalere fino a questo punto sulle considerazioni di sicurezza,
oltretutto con una contro soluzione ovvia ... vedi piu' avanti).

Ho realizzato di recente che a tale proposito le norme CEI 64-8 non
dicono nulla di esplicito, stabilendo solo delle metodologie di calcolo,
ad esempio che il dispositivo di protezione debba intervenire in un
tempo inferiore a quello che potrebbe far superare al conduttore la sua
temperatura massima ammissibile, percio' si puo' usare l'integrale di
Joule per calcolare la corrente compatibile con il tempo di intervento
richiesto.

Alla mia osservazione che: un magnetotermico da 16A a monte di una presa
abile a ricevere direttamente una spina da 10A di portata, crea una
situazione potenziale di sovraccarico "non protetto" in caso di guasto
sul cavo dell'apparecchio (tipicamente nel punto ove il cavo "entra"
nell'apparecchio, si pensi, ad esempio, ad un trapano), mi si ribatte che:
b) l'impiantista non deve preoccuparsi dell'uso che il cliente fa delle
prese.

A parte il fatto, non trascurabile, che qui non si tratta di una
"violazione" della comune diligenza da parte dell'utilizzatore, che
invece in questa ipotesi, usa, senza adattatori, una spina direttamente
compatibile con la presa e che quindi DEVE potere presumere di essere
perfettamente al sicuro, nell'ipotesi che, ovviamente il cavo
spina-apparecchio sopporti i valori di portata massima della spina da 10A.

A parte questo punto, ci sarebbe l'osservazione che c'e' una parte
dell'impianto fisso che fa parte dell'anello debole di una catena:

magnetotermico da 16A - cavetto da 2,5 mm2 - spina bivalente 16A/10A -
spina 10A, cavetto a doppio isolamento da 1,5 mm2 - utensile

Questa parte e' il ricettacolo della spina, che nella parte che accoglie
la spina da 10A ha una superficie avvolgente compatibile solo con
correnti massime di 10A. Percio', in caso di guasto (ed infatti quello
che avviene ed ho verificato in alcuni casi), e' proprio la presa che si
surriscalda, presentando il rischio di un principio di incendio.
Percio', a mio parere, si configura direttamente una responsabilita'
dell'installatore, qualora disponga un magnetotermico da 16A a
protezione di prese bivalenti ad incasso.

A tale proposito, descrivo un caso:

Magnetotermico che "non sta su". Sul luogo troviamo un trapano con il
cavetto visibilmente bruciato vicino all'utensile, ed una presa "fusa".
All'interno della presa un corto circuito tra i due cavetti fase-neutro
causato dal cedimento dell'isolamento per raggiunta temperatura di
rammollimento (in pratica il rame si e' scavato la strada fino a toccare
con l'altro filo).
Ipotesi: con l'usura, i trefoli del cavetto vicino all'entrata nella
carcassa del trapano si sono gradualmente spezzati fino a quando la
sezione utile e' diminuita a tal punto che anche nell'uso normale si
creava un surriscaldamento del cavetto in quel punto. Questi ripetuti
riscaldamenti hanno danneggiato l'isolamento in quel breve tratto, fino
a permettere un contatto parziale (parziale, perche' per il scintillio
si creava una parziale ossidazione/carbonizzazione) tra le due fasi.
L'utilizzatore ha poi un giorno, dopo l'utilizzo, lasciato il trapano
collegato alla presa. La posizione del cavo dell'utensile era tale che
si instaurava questo contatto parziale tra le due fasi, insufficiente
per far scattare il magnetotermico da 16A, diciamo che abbiamo un flusso
di corrente di 15A, ma sufficiente a riscaldare i poli della spina e le
lame della presa nel punto di contatto. La presa non e' nuova (ha
sei-sette anni di vita: l'installatore deve tenere conto che l'impianto
va garantito per 10 anni e quindi tutto deve funzionare anche quando non
e' nuovo) ed e' utilizzata regolarmente e quindi la "forza" di
compressione sui poli della spina non e' massima, e questo non aiuta la
conduzione. Risultato, dopo ore (o giorni ?) si arriva al punto che
l'energia joule accumulata e' tale da alzare la temperatura all'interno
della presa fino al punto di non sopportazione dell'isolamento dei cavetti.
Si noti che i costruttori delle prese, tengono conto che durante la vita
delle stesse, si ha un parziale snervamento delle lame, percio'
garantiscono la portata della presa a fine vite utile con una maggiore
resistenza "a nuovo". Percio' chi volesse fare delle prove ed
esperimenti, non dovrebbe farlo con prese "nuove", ma con prese "usate"
entro il limite di 10 anni ed un'uso normale.

Osservazione sul punto b) mi pare di capire che gli impiantisti del:
"mgt 16A = bivalente 16A/10A" si focalizzano sulla sezione del cavo che
alimenta la presa. Ma allora secondo questa logica, perche' potrei
sostenere la tesi che se alimento una presa da 16A con un cavetti da 4
mm2, posso utilizzare impunentemente un magnetotermico da 25A. Dopotutto
la logica e' la stessa, si sosterebbe che se poi sulla presa da 16A il
cliente ci collega un'apparecchio che utilizza 24A, l'impiantista non ha
responsabilita'.

Osservazione sul punto a) lo spreco nell'utilizzo di cavetti da 2,5 mm2
qualora si abbia a monte un magnetotermico da 10A si risolve banalmente
... utilizzando cavetti da 1,5 mm2. E' cosi difficile ? :-)
In altre parole, la sezione dei cavetti di alimentazione si coordinano
con la portata del magnetotermico a monte (a protezione), e NON con la
portata massima ipotetica della presa a valle. Questo almeno spero che
sia condiviso. In conclusione una presa bivalente va considerata alla
stregua della prese da 10A, con la componente 16A solo una facilitazione
per evitare al cliente l'utilizzo di adattatori qualora l'apparecchio
con spina da 16A rientri in realta' nei limiti di potenza del
magnetotermico da 10A.

L'intenzione invece di permettere al cliente l'utilizzo delle prese da
16A per alimentare utensili con spine da 10A dovrebbe essere impedita in
partenza, anche vietando la vendita di riduttori "spina 16A - presa
10A". Al contrario sono invece, a mio parere, perfettamente leciti gli
adattatori "spina 10A - presa 16A", perche' in un impianto elettrico a
norma, le prese da 10A sono protette da un magnetermico da 10A, percio'
l'utilizzo di un'adattatore "spina 10A - presa 16A" non fara' MAI
surriscaldare i cavetti (presumibilmente da 1,5 m2) che alimentano la
presa da 10A.

C'e' qualcuno cosi' addentro nelle norme CEI da potermi dare indicazioni
su questa faccenda ?

Personalmente, in base alla informazioni che ho ora, nell'ipotesi che mi
trovassi a fare una CTU su un danni conseguenti da fenomeno elettrico
riferiti ad una bivalente "fusa", andrei a scrivere nella perizia:

"Un magnetotermico da 16A a monte di una presa abile a ricevere
direttamente una spina da 10A di portata, crea, in caso di guasto lato
utilizzatore, una situazione potenziale di sovraccarico "non protetto",
che va a posizionarsi sul ricettacolo della spina, che nella parte che
accoglie la spina da 10A ha una superficie avvolgente compatibile solo
con correnti massime di 10A. Percio', in caso di guasto la presa (che,
si badi bene, e' stata posata dall'impiantista) si surriscalda,
presentando il rischio di un principio di incendio, tralasciando gli
effetti economici della interruzione di servizio causato dai guasti.
Percio', a mio parere, si configura direttamente una responsabilita'
dell'impiantista, qualora disponga un magnetotermico da 16A a protezione
di prese bivalenti ad incasso."

Come (se possibile) si difenderebbe l'impiantista ? Appellandosi a quale
possibile norma CEI [se mi si indicasse i precisi estremi, sarebbe cosa
gradita ... :-)]

R.L.Deboni
PS:scusate il disordine di queste considerazioni, ma ho scritto di getto.
ambro
2008-05-04 16:26:12 UTC
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Post by RLDeboni
Premessa: io sostengo che a monte delle prese bivalenti 10A/16A si deve
porre un magnetotermico da 10A.
Non condivido. L'errore di fondo che fai è quella di identificare quel tipo
di prese di tipo 10/16 A, ma la dicitura esatta dei quelle prese, come
fanno alcuni costruttori, è " presa 2P+T 16 A bivalente, standard italiano
tipo P17/11". Questo significa che quella presa sia per un passo che per
l'altro è da 16 A.
Quindi usare un MT da 16 A per proteggere quelle prese è, a mio parere,
corretto.
Post by RLDeboni
La presa non e' nuova (ha
sei-sette anni di vita: l'installatore deve tenere conto che l'impianto
va garantito per 10 anni e quindi tutto deve funzionare anche quando non
e' nuovo) ed e' utilizzata regolarmente e quindi la "forza" di
compressione sui poli della spina non e' massima, e questo non aiuta la
conduzione. Risultato, dopo ore (o giorni ?) si arriva al punto che
l'energia joule accumulata e' tale da alzare la temperatura all'interno
della presa fino al punto di non sopportazione dell'isolamento dei cavetti.
Il fenomeno si manifesta anche con meno di 10 A, questo per il fatto che una
presa quando non è più in grado di garantire la resistenza di contatto con
cui è stata progetta si scalda, ed il riscaldamento ossida i contatti, con
ulteriore aumento della resistenza e calore, il processo continua fino alla
distruzione della presa e relativi collegamenti. Ti posso garantire che ho
riscontrato questo fenomeno con combinazione presa/spina 16 A e MT da 16 A
e con presa/spina 10A protetti da un MT da 10 A.
Post by RLDeboni
"mgt 16A = bivalente 16A/10A" si focalizzano sulla sezione del cavo che
alimenta la presa. Ma allora secondo questa logica, perche' potrei
sostenere la tesi che se alimento una presa da 16A con un cavetti da 4
mm2, posso utilizzare impunentemente un magnetotermico da 25A.
NO la presa è progettata per 16 A.
Post by RLDeboni
Osservazione sul punto a) lo spreco nell'utilizzo di cavetti da 2,5 mm2
qualora si abbia a monte un magnetotermico da 10A si risolve banalmente
... utilizzando cavetti da 1,5 mm2. E' cosi difficile ? :-)
Il problema è che ci sono anche apparecchi che assorbono più di 10 A e
quindi sarebbe necessario costruire due circuiti, uno da 10 A ed uno da 16A
Post by RLDeboni
In altre parole, la sezione dei cavetti di alimentazione si coordinano
con la portata del magnetotermico a monte (a protezione), e NON con la
portata massima ipotetica della presa a valle. Questo almeno spero che
sia condiviso.
No, è necessario coordinare con entrambi, a mio parere.
Post by RLDeboni
Al contrario sono invece, a mio parere, perfettamente leciti gli
adattatori "spina 10A - presa 16A", perche' in un impianto elettrico a
norma, le prese da 10A sono protette da un magnetermico da 10A, percio'
l'utilizzo di un'adattatore "spina 10A - presa 16A" non fara' MAI
surriscaldare i cavetti (presumibilmente da 1,5 m2) che alimentano la
presa da 10A.
Ma sarebbero poco utili. Se l'apparecchio assorbe più di 10 A non lo puoi
usare.
Post by RLDeboni
Personalmente, in base alla informazioni che ho ora, nell'ipotesi che mi
trovassi a fare una CTU su un danni conseguenti da fenomeno elettrico
"Un magnetotermico da 16A a monte di una presa abile a ricevere
direttamente una spina da 10A di portata, crea, in caso di guasto lato
utilizzatore, una situazione potenziale di sovraccarico "non protetto",
che va a posizionarsi sul ricettacolo della spina, che nella parte che
accoglie la spina da 10A ha una superficie avvolgente compatibile solo
con correnti massime di 10A. Percio', in caso di guasto la presa (che,
si badi bene, e' stata posata dall'impiantista) si surriscalda,
presentando il rischio di un principio di incendio, tralasciando gli
effetti economici della interruzione di servizio causato dai guasti.
Percio', a mio parere, si configura direttamente una responsabilita'
dell'impiantista, qualora disponga un magnetotermico da 16A a protezione
di prese bivalenti ad incasso."
Come (se possibile) si difenderebbe l'impiantista ? Appellandosi a quale
possibile norma CEI [se mi si indicasse i precisi estremi, sarebbe cosa
gradita ... :-)]
Ripeto quanto detto all'inzio, nella tua relazione consideri che la presa è
da 10 A, e questo non è vero, perchè il costruttore la dichiara presa
bivalente da 16 A tipo P17/11, e quindi è adeguatamente protetta da un MT
da 16 A.

Ambro
RLDeboni
2008-05-04 22:09:18 UTC
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Post by ambro
Post by RLDeboni
Premessa: io sostengo che a monte delle prese bivalenti 10A/16A si deve
porre un magnetotermico da 10A.
Non condivido. L'errore di fondo che fai è quella di identificare quel tipo
di prese di tipo 10/16 A, ma la dicitura esatta dei quelle prese, come
fanno alcuni costruttori, è " presa 2P+T 16 A bivalente, standard italiano
tipo P17/11". Questo significa che quella presa sia per un passo che per
l'altro è da 16 A.
Sbagliato. La portata di una presa dipende anche dalla superficie di
contatto "lamelle-polo" ed il minore diametro, la minore lunghezza e la
piu stretta curvatura della lamella implica inevitabilmente una minore
superficie di contatto. Come fa a sostenere che la portata e' di 16A in
ogni situazione ?
Post by ambro
Quindi usare un MT da 16 A per proteggere quelle prese è, a mio parere,
corretto.
In ogni caso non mi interessano pareri "a stomaco" (lasciano il tempo
che trovano, specialmente in tribunale), mi interessavano le norme CEI.
Post by ambro
Post by RLDeboni
La presa non e' nuova (ha
sei-sette anni di vita: l'installatore deve tenere conto che l'impianto
va garantito per 10 anni e quindi tutto deve funzionare anche quando non
e' nuovo) ed e' utilizzata regolarmente e quindi la "forza" di
compressione sui poli della spina non e' massima, e questo non aiuta la
conduzione. Risultato, dopo ore (o giorni ?) si arriva al punto che
l'energia joule accumulata e' tale da alzare la temperatura all'interno
della presa fino al punto di non sopportazione dell'isolamento dei cavetti.
Il fenomeno si manifesta anche con meno di 10 A, questo per il fatto che una
presa quando non è più in grado di garantire la resistenza di contatto con
cui è stata progetta si scalda, .... snip ...
Eh, no! Io presumo che una presa mantenga il valore minimo "promesso"
anche verso la fine della sua vita utile. Ci mancherebbe che, magari
solo dopo due o tre anni, una presa da 10A conduca solo 6A !!!
Almeno, e' cosi' che interpreto il significato dei fattori di sicurezza.
Ma forse lei e' piu' informato di me su come i produttori italiani
intendano "qualita' costruttiva" ? Mi puo' spiegare questo aspetto ?
Post by ambro
Post by RLDeboni
"mgt 16A = bivalente 16A/10A" si focalizzano sulla sezione del cavo che
alimenta la presa. Ma allora secondo questa logica, perche' potrei
sostenere la tesi che se alimento una presa da 16A con un cavetti da 4
mm2, posso utilizzare impunentemente un magnetotermico da 25A.
NO la presa è progettata per 16 A.
Vedi osservazione sulla capacita' di trasferire 16A su una superficie di
contatto di circa 4 mm2 acciaio/bronzo ...
Post by ambro
Post by RLDeboni
Osservazione sul punto a) lo spreco nell'utilizzo di cavetti da 2,5 mm2
qualora si abbia a monte un magnetotermico da 10A si risolve banalmente
... utilizzando cavetti da 1,5 mm2. E' cosi difficile ? :-)
Il problema è che ci sono anche apparecchi che assorbono più di 10 A e
quindi sarebbe necessario costruire due circuiti, uno da 10 A ed uno da 16A
Una volta (prima che inventassero la contabilita' creativa, ed oggi mi
rendo conto, anche la "normativa creativa") era proprio cosi' che si
faceva. Non e' solo la qualita' di utensili ed elettrodomestici che sta
andando a rotoli (usa e getta ?). A quanto pare anche la qualita' delle
installazioni e con essa l'etica ...
Post by ambro
Post by RLDeboni
In altre parole, la sezione dei cavetti di alimentazione si coordinano
con la portata del magnetotermico a monte (a protezione), e NON con la
portata massima ipotetica della presa a valle. Questo almeno spero che
sia condiviso.
No, è necessario coordinare con entrambi, a mio parere.
Rilegga:
"La sezione dei cavetti di alimentazione si coordina con la portata del
magnetotermico a monte e NON con la portata massima della presa a valle."

Dove e' sbagliato ? Quale e' la priorita' ?
Mi sto riferendo alla scelta dei cavetti NON alla scelta della presa.
Ci pensi con attenzione prima di replicare.
Post by ambro
Post by RLDeboni
Al contrario sono invece, a mio parere, perfettamente leciti gli
adattatori "spina 10A - presa 16A", perche' in un impianto elettrico a
norma, le prese da 10A sono protette da un magnetermico da 10A, percio'
l'utilizzo di un'adattatore "spina 10A - presa 16A" non fara' MAI
surriscaldare i cavetti (presumibilmente da 1,5 m2) che alimentano la
presa da 10A.
Ma sarebbero poco utili. Se l'apparecchio assorbe più di 10 A non lo puoi
usare.
Se l'apparecchio assorbe piu' di 10A e' GIUSTO che non si possano usare.
Ma che razza di logica!
Pero' ci sono molti apparecchi muniti di spina da 16A che NON assorbono
piu' di 10A. Semplicemente il costruttore dell'utensile o
dell'elettrodomestico e' stato prudente.
Post by ambro
Post by RLDeboni
Personalmente, in base alla informazioni che ho ora, nell'ipotesi che mi
trovassi a fare una CTU su un danni conseguenti da fenomeno elettrico
"Un magnetotermico da 16A a monte di una presa abile a ricevere
direttamente una spina da 10A di portata, crea, in caso di guasto lato
utilizzatore, una situazione potenziale di sovraccarico "non protetto",
che va a posizionarsi sul ricettacolo della spina, che nella parte che
accoglie la spina da 10A ha una superficie avvolgente compatibile solo
con correnti massime di 10A. Percio', in caso di guasto la presa (che,
si badi bene, e' stata posata dall'impiantista) si surriscalda,
presentando il rischio di un principio di incendio, tralasciando gli
effetti economici della interruzione di servizio causato dai guasti.
Percio', a mio parere, si configura direttamente una responsabilita'
dell'impiantista, qualora disponga un magnetotermico da 16A a protezione
di prese bivalenti ad incasso."
Come (se possibile) si difenderebbe l'impiantista ? Appellandosi a quale
possibile norma CEI [se mi si indicasse i precisi estremi, sarebbe cosa
gradita ... :-)]
Ripeto quanto detto all'inzio, nella tua relazione consideri che la presa è
da 10 A, e questo non è vero, perchè il costruttore la dichiara presa
bivalente da 16 A tipo P17/11, e quindi è adeguatamente protetta da un MT
da 16 A.
Un ragionamento "a stomaco" ?
Si vede che lei non e' mai stato in tribunale.

Mi fa un'esempio (un link, un riferimento) di un costruttore che
garantisce una presa bivalente per una portata di 16A ANCHE con spina da
10A ?

R.L.Deboni
ambro
2008-05-05 07:55:10 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Mi fa un'esempio (un link, un riferimento) di un costruttore che
garantisce una presa bivalente per una portata di 16A ANCHE con spina da
10A ?
http://www.vimar.eu/it/catalogo/prodotti/index.php?liv=L1040L2010&code=16203&page=14
http://www.gewiss.com:80/irj/portal/?NavigationTarget=pcd:portal_content/com.gewiss.ZPPFDMain/com.gewiss.ZPPFDITMain/com.gewiss.ZPPFDITMainDefault/com.gewiss.ZPPFDITPages/com.gewiss.ZPPFDITPagesAP/com.gewiss.ZPPFDITPagesAPCatalogo/com.gewiss.ZPPPDITAPProductDetail&codProd=GW30203

ambro
RLDeboni
2008-05-05 10:23:59 UTC
Permalink
Post by ambro
Post by RLDeboni
Mi fa un'esempio (un link, un riferimento) di un costruttore che
garantisce una presa bivalente per una portata di 16A ANCHE con spina da
10A ?
http://www.vimar.eu/it/catalogo/prodotti/index.php?liv=L1040L2010&code=16203&page=14
Dove c'e' scritto che conduce rimane entro i limiti dei valori joule a
16A anche con una spina da 10A ?
Voglio che il costruttore sostenga che la presa non subisca danni
termici o di altro tipo qualora (vedi esempio di guasto descritto)
qualora anche la combinazione alveo/spina per le spine da 10A sia
attraversata costantemente da una corrente da 15,9A per ore e giorni.
Post by ambro
http://www.gewiss.com:80/irj/portal/?NavigationTarget=pcd:portal_content/com.gewiss.ZPPFDMain/com.gewiss.ZPPFDITMain/com.gewiss.ZPPFDITMainDefault/com.gewiss.ZPPFDITPages/com.gewiss.ZPPFDITPagesAP/com.gewiss.ZPPFDITPagesAPCatalogo/com.gewiss.ZPPPDITAPProductDetail&codProd=GW30203
Idem come sopra. Non vedo alcuna specificazione di norma o
compatibilita'. Solo un generico 2P+T 16A

Mi appunto sulla specificazione spinotti: 4/5 mm.

Lo spinotto da 10A ha una circonferenza di 4 * 3,14159 = 12,57 mm
L'altezza della lama di contatto e' di 4 mm, percio' la superficie
potenziale di contatto e' inferiore a 4 * 12,57 = 50,27 mm2
.
Lo spinotto da 16A ha una circonferenza di 5 * 3,14159 = 15,71 mm
L'altezza della lama di contatto e' di 5 mm, percio' la superficie
potenziale di contatto e' inferiore a 5 * 15,71 = 78,54 mm2

La superficie effettiva di contatto dipende dall'arco di curvatura delle
lame di contatto, ovvero di quanto avvolgono lo spinotto. Questo e' un
po' difficile da valutare, mi pare che l'angolo coperto dall'arco sia di
circa 130 gradi per ogni lama (e' piu' di un quarto e meno di 180 gradi).

Ma in apparenza, mi sembra che l'arco di avvolgimento sia uguale.
Percio' la differenza sta tutta nella superficie di contatto che e' un
56% maggiore nei spinotti da 16A.

Ora sono curioso di capire, come viene garantita la stessa portata nelle
due diverse condizioni ...

R.L.Deboni
ambro
2008-05-05 11:41:07 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Post by RLDeboni
Mi fa un'esempio (un link, un riferimento) di un costruttore che
garantisce una presa bivalente per una portata di 16A ANCHE con spina da
10A ?
http://www.vimar.eu/it/catalogo/prodotti/index.php?liv=L1040L2010&code=16203&page=14
Post by RLDeboni
Dove c'e' scritto che conduce rimane entro i limiti dei valori joule a
16A anche con una spina da 10A ?
Voglio che il costruttore sostenga che la presa non subisca danni
termici o di altro tipo qualora (vedi esempio di guasto descritto)
qualora anche la combinazione alveo/spina per le spine da 10A sia
attraversata costantemente da una corrente da 15,9A per ore e giorni.
http://www.gewiss.com:80/irj/portal/?NavigationTarget=pcd:portal_content/com.gewiss.ZPPFDMain/com.gewiss.ZPPFDITMain/com.gewiss.ZPPFDITMainDefault/com.gewiss.ZPPFDITPages/com.gewiss.ZPPFDITPagesAP/com.gewiss.ZPPFDITPagesAPCatalogo/com.gewiss.ZPPPDITAPProductDetail&codProd=GW30203
Post by RLDeboni
Idem come sopra. Non vedo alcuna specificazione di norma o
compatibilita'. Solo un generico 2P+T 16A
Ho interpellato l'ufficio tecnico della Vimar: questa la risposta:
-----------------------
Buongiorno.
In merito alla mail da lei inviami, le riporto quanto mi ha riferito
L'ufficio Norme & Marchi, dopo aver preso in considerazione il suo specifico
caso :
la protezione va scelta in relazione ai carichi previsti, così pure la
sezione dei cavi.
Si adottano conduttori da 1,5 mm2 per i circuiti che alimentano prese da 10
A, punti luce, segnalazione e comando. In questo caso la protezione avviene
con un interruttore automatico In=10 A (una linea da 1,5 mm2 può anche
essere protetta da un interruttore automatico da 16 A, purchè non alimenti
prese a spina da 10 A e sia posata da sola nel tubo protettivo o con altri
conduttori protetti dallo stesso interruttore da 16 A)
I circuiti di sezione 2,5 mm2 sono invece protetti con un interruttore
automatico In=16 A (anche qui con qualche deroga). In questi circuiti
possono essere installate le Bprese P17/11.
In definitiva: la protezione da 16 A per le Bprese va bene purchè siano
impiegati conduttori da 2,5 mm2 .

Cordiali saluti,

Alessandro Busnardo
Servizio Assistenza Clienti - VIMAR S.p.A.
Mailto:***@Vimar.it
--------------------------------------------------------------------


Ambro
RLDeboni
2008-05-05 14:16:49 UTC
Permalink
Post by ambro
In merito alla mail da lei inviami, le riporto quanto mi ha riferito
L'ufficio Norme & Marchi, dopo aver preso in considerazione il suo specifico
la protezione va scelta in relazione ai carichi previsti, così pure la
sezione dei cavi.
Si adottano conduttori da 1,5 mm2 per i circuiti che alimentano prese da 10
A, punti luce, segnalazione e comando. In questo caso la protezione avviene
con un interruttore automatico In=10 A
E fin qui ci siamo :-)
Post by ambro
(una linea da 1,5 mm2 può anche
essere protetta da un interruttore automatico da 16 A, purchè non alimenti
prese a spina da 10 A e sia posata da sola nel tubo protettivo o con altri
conduttori protetti dallo stesso interruttore da 16 A)
E qui la cosa si fa interessante ... io qui vedo un'implicito ... ->
l'automatico da 16A non s'ha da usare con prese a spina da 10A. Punto.
Post by ambro
I circuiti di sezione 2,5 mm2 sono invece protetti con un interruttore
automatico In=16 A (anche qui con qualche deroga).
Hmmm.
Post by ambro
In questi circuiti
possono essere installate le Bprese P17/11.
In definitiva: la protezione da 16 A per le Bprese va bene purchè siano
impiegati conduttori da 2,5 mm2 .
In pratica abbiamo divagato sui conduttori.
Post by ambro
Alessandro Busnardo
Servizio Assistenza Clienti - VIMAR S.p.A.
In ogni caso, questa resta l'opinione di un commerciale.
Ed ha agirato invece la mia perplessita sulle diverse condizioni
materiali di portata amperometrica della bipresa con le due diverse
tipologie di spine.

L'inghippo giuridico su cui cade l'installatore impiantista e che una
parte dell'accoppiamento presa da 16A/spina da 10A si trova sulla presa,
ovvero su un'oggetto la cui installazione e' responsabilita'
dell'impiantista.

Mi sa che qui ci vuole un caso pilota. Dunque serve un principio
d'incendio partito da una bipresa ed un impiantista cavia ... chi si
offre ? Io faccio il consulente tecnico ufficiale...

R.L.Deboni
ambro
2008-05-05 17:17:38 UTC
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Post by RLDeboni
Post by ambro
In merito alla mail da lei inviami, le riporto quanto mi ha riferito
L'ufficio Norme & Marchi, dopo aver preso in considerazione il suo
In ogni caso, questa resta l'opinione di un commerciale.
Da quanto sopra non mi sembra la risposta di un commerciale.
Post by RLDeboni
L'inghippo giuridico su cui cade l'installatore impiantista e che una
parte dell'accoppiamento presa da 16A/spina da 10A si trova sulla presa,
ovvero su un'oggetto la cui installazione e' responsabilita'
dell'impiantista.
Tu poni l'attenzione sulla spina da 10 A alimentata da una presa da 16 A,
allora è necessario ricordare che le spine collegate agli apparecchi, pur
essendo di tipo S11, non sempre sono spine da 10 A, ma spesso hanno
corrente nominale inferiore, per esempio ho controllato le spine del mio
rasoio, di una calcolatrice, di una stampante, poi mi sono fermato, e trovo
che la corrente nominale è di 2,5 A, e sono collegate a prese da 10 A con
protezione da 10 A. In questo caso il problema da te posto si ripropone,
come possiamo risolverlo ?

ambro
RLDeboni
2008-05-05 19:16:55 UTC
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Post by ambro
Post by RLDeboni
Post by ambro
In merito alla mail da lei inviami, le riporto quanto mi ha riferito
L'ufficio Norme & Marchi, dopo aver preso in considerazione il suo
In ogni caso, questa resta l'opinione di un commerciale.
Da quanto sopra non mi sembra la risposta di un commerciale.
Post by RLDeboni
L'inghippo giuridico su cui cade l'installatore impiantista e che una
parte dell'accoppiamento presa da 16A/spina da 10A si trova sulla presa,
ovvero su un'oggetto la cui installazione e' responsabilita'
dell'impiantista.
Tu poni l'attenzione sulla spina da 10 A alimentata da una presa da 16 A,
allora è necessario ricordare che le spine collegate agli apparecchi, pur
essendo di tipo S11, non sempre sono spine da 10 A, ma spesso hanno
corrente nominale inferiore, per esempio ho controllato le spine del mio
rasoio, di una calcolatrice, di una stampante, poi mi sono fermato, e trovo
che la corrente nominale è di 2,5 A, e sono collegate a prese da 10 A con
protezione da 10 A. In questo caso il problema da te posto si ripropone,
come possiamo risolverlo ?
Vietando tale approccio, come fanno i tedeschi, oppure inserendo un
fusibile nella spina, come fanno gli inglesi.
Oppure predisponendo delle prese munite con fusibile, come si fa per i
rasoi negli alberghi.
Se ci si pone il problema, le soluzioni si trovano.
Se si nega il problema, i disastri sono all'ordine del giorno.

R.L.Deboni
Mike
2008-05-05 22:53:50 UTC
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La protezione della spina spetta al costruttore dell'apparecchiatura
elettrica e non agli impiantisti...
RLDeboni
2008-05-06 09:55:59 UTC
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Post by Mike
La protezione della spina spetta al costruttore dell'apparecchiatura
elettrica e non agli impiantisti...
Perche' non quota la parte del mio scritto a cui si dovrebbe applicare
questa osservazione ? Infatti non mi pare di avere sostenuto che la
protezione della spina spetti all'impiantista.

R.L.Deboni
Mike
2008-05-06 13:59:58 UTC
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Post by RLDeboni
Perche' non quota la parte del mio scritto a cui si dovrebbe applicare
questa osservazione ? Infatti non mi pare di avere sostenuto che la
protezione della spina spetti all'impiantista.
Oppure predisponendo delle prese munite con fusibile, come si fa per i
rasoi negli alberghi.
Qui si scaricherebbe il problema all'installatore o progettista,
quando è il costruttore dell'apparecchiatura che dovrebbe preoccuparsi
della protezione dei suoi componenti, spina compresa.
Post by RLDeboni
oppure inserendo un fusibile nella spina, come fanno gli inglesi.
RLDeboni
2008-05-06 15:40:29 UTC
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Post by Mike
Post by RLDeboni
Perche' non quota la parte del mio scritto a cui si dovrebbe applicare
questa osservazione ? Infatti non mi pare di avere sostenuto che la
protezione della spina spetti all'impiantista.
Oppure predisponendo delle prese munite con fusibile, come si fa per i
rasoi negli alberghi.
Qui si scaricherebbe il problema all'installatore o progettista,
quando è il costruttore dell'apparecchiatura che dovrebbe preoccuparsi
della protezione dei suoi componenti, spina compresa.
Oggi mi e' arrivata anche una risposta di un tecnico con cui ho
argomentato sulla faccenda e che mi porge un trafiletto di TuttoNormEl
che conclude con la stessa osservazione:

"Non spetta all'impiantista proteggere quanto e' a valle della presa."

Senza entrare nel merito di questa battuta (che in generale trovo
valida), pronostico una situazione di scarica-barile :-)

Mi presento dal costruttore con una spina da 10A collegato con tanto di
cavetto 3x1,5 mm2. Spina e cavetto sono parzialmente fusi o danneggiati
dal calore. Gli chiedo la riparazione in garanzia. Lui mi chiede come e'
successo ed io gli rispondo: spina e cavetti sono stati sottoposti ad
una corrente di quasi 16A per svariati ore/giorni.
Il costruttore mi replica: "Sta scherzando ? Il cavetto e la spina che
ho fornito sono garantiti al massimo per 10A a servizio continuativo. Si
rivolga al cliente che abbia usato un riduttore per collegare
spina/cavetto ad una presa da 16A."
Replica mia: "Il cliente non ha usato riduttori, ha inserito la spina
direttamente nella presa che pero' era protetta con un MGT da 16A".
Il costruttore: "Allora si rivolga all'impiantista, che doveva mettere
un MGT da 10A".
Replica mia: "Ma si trattava di una presa bipasso e gli impiantisti
sostengono in coro che e' -lecito- proteggere tale presa con un MGT da 16A".
Il costruttore: "Sara' lecito, ma il danno e' stato causato dalla loro
scelta, percio' pagano l'installatore."

In altre parole, la tesi del costruttore e' che ha costruito
l'apparecchio nella presunzione che a monte esiste un circuito
d'intervento da 10A e che percio' non risponde di ogni conseguenza
qualora cosi' non sia.

Chi ha ragione ? (Cliente a parte che ovviamente deve pero' sapere a chi
rivolgersi ?).

Il processo ipotetico si sta complicando, anche se, allo stato
dell'arte, come CTU, propenderei a scaricare la responsabilita'
sull'installatore, l'unico che ha in mano la situazione, con le norme
come sono oggi.
Post by Mike
Post by RLDeboni
oppure inserendo un fusibile nella spina, come fanno gli inglesi.
Anch'io sarei d'accordo su questa, come la norma inglese BS1263.

La prassi e' quella di scegliere il fusibile di valore piu' piccolo
compatibile con il funzionamento dell'apparecchio. Notare che gli
apparecchi italiani sono muniti spesso di un fusibile con questa
funzione, la differenza sta nella posizione. Negli apparecchi italiani
il fusibile si trova a VALLE del cordone di alimentazione, lasciando il
cavetto senza protezione (e nel caso che capiti una malaugurata presa
bipasso, anche la spina e' senza protezione, qualora il danno trovi
origine nel cavetto ovvero prima del fusibile). Negli apparecchi inglesi
invece abbiamo un fusibile direttamente nella spina. Questo rende
completamente sicuri anche gli apparecchi, come radioline, cordonati con
un magro 3x0,5 mm2.
I valori normati di questi fusibili sono 3A, 5A e 13A.
Uno dei vantaggi di questo sistema e' che l'utilizzatore puo' utilizzare
qualsiasi spina. Ad esempio, se abbiamo l'apparecchio da 3A,
l'utilizzatore piu' tranquillamente usare prese protetta che sia da un
MGT da 5A, 13A o 20A. Ovvero l'utilizzatore puo' essere completamente a
digiuno di nozioni "elettriche", ma non sbaglia mai. E se per caso
inserisce un'apparecchio con spina da 13A, per fare un'esempio, ove c'e'
un MGT da 5A, l'unica cosa che succede e' che salta il MGT, senza alcun
danno. La casalinga italiana, invece, quando utilizza spine e prese e'
spesso costretta a subire una sequela di istruzioni (non sempre
coerenti) su cosa fare o non fare. In altre parole ha la liberta' di
sbagliare e di questa liberta' ne' fa anche uso ... ;-)

A proposito, sapevate che la spina/presa inglese ha una portata di 20A ?
E questo mi porta ad una considerazione. Il rapporto 13/20 pari a 0,65
non e' lontano da quello 10/16 pari a 0,63. Il comitato elettrico
inglese ha ritenuto che un tale rapporto sia tale da meritare una
relativa normazione di sicurezza (l'inserimento del fusibile).
Il comitato elettrico italiano invece tace ... forse pensando ai margini
dei fattori di sicurezza ?

Aggiungo una mia considerazione, il metodo dei fusibili ha permesso agli
inglesi di fare una cosa molto interessante. Eliminare la necessita' di
una selva di addattatori e riduttori, un magazzino di prese e spine di
vario tipo, e nel contempo fornire un'ampia variabilita' di portate (3A,
5A, 13A, 20A) ed il tutto in piena sicurezza.
L'esigenza di spine da 20A non e' peregrina, non per nulla esistono sul
mercato spine (vedi Vimar) con spinotti da 6mm che assomigliano alle
spine da 16A (che hanno spinotti da 5mm). Infatti in alternativa, i
forni elettrici, anche domestici, si e' costretto a collegarli in
sicurezza con morsetti od usare le enormi spine industriali (IEC).


Finito di sognare (ma nulla vieta a casa propria di farsi tutto
l'impianto "britannico" :-), pero' allo stato attuale delle norme
italiane, non potendo imporre ai costruttori l'inserimento del fusibile,
e stante che la norma CEI si guarda bene dal "benedire" questa rischiosa
prassi del MGT 16A/bipresa, ritengo che l'installatore/impiantista violi
la regola d'arte (oltretutto senza il supporto normativo).

Invito a ripensarci bene.
Redattori di articoli come quelli di TuttoNormEl o altre riviste
specializzate possono scrivere quello che vogliono, ma alla fine chi
viene citato in giudizio e' l'installatore/impiantista, mica il
giornalista del Sole 24 Ore (per fare un'altro esempio).

Insisto: ancora nessuno mi ha portato (sia virtualmente su internet, sia
nel mondo reale "brevi manu" :-) un riferimento normativo "chiaro" che
permetta all'installatore/impiantista di provare che la scelta del MGT
da 16A rispetta la "regola d'arte", come la legge richiede.


Saltando di palo in frasca, volendo progettare una spina/presa ideale,
io penserei ad una spina di tipo inglese (con il fusibile), ma ad
inserimento come quella tedesca (che fornisce una protezione contro il
contatto delle dite ed una stabilita' e protezione dagli urti laterali).
E mi sono fermato su una considerazione: spinotti rotondi o spinotti
rettangolari ? Infatti le vecchie spine inglesi (ormai possiamo dirlo:
del secolo scorso :-) avevano gli spinotti rotondi ma quelle nuove hanno
gli spinotti rettangolari.
Che vantaggi possono avere con gli spinotti rettangolari ?
Maggiore facilita' costruttiva ? Maggiore stabilita' ? O sono sempre
meglio gli spinotti rotondi ?
Idee ? Ipotesi ? Esperienze ?

R.L.Deboni
Mike
2008-05-09 16:32:35 UTC
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On 6 Mag, 17:40, RLDeboni <***@deboni.name> wrote:
.....snip....
Post by RLDeboni
In altre parole, la tesi del costruttore e' che ha costruito
l'apparecchio nella presunzione che a monte esiste un circuito
d'intervento da 10A e che percio' non risponde di ogni conseguenza
qualora cosi' non sia.
Chi ha ragione ? (Cliente a parte che ovviamente deve pero' sapere a chi
rivolgersi ?).
Il processo ipotetico si sta complicando, anche se, allo stato
dell'arte, come CTU, propenderei a scaricare la responsabilita'
sull'installatore, l'unico che ha in mano la situazione, con le norme
come sono oggi.
Assurdo! Cosa cavolo centra l'installatore. La ex L. 46/90 e l'attuale
DM 37/08 non si applicano oltre la presa a spina... Chi infila la
presa dell'apparecchiatura nella presa? Chi deve preoccuparsi di
verificare le caratteristiche di cosa infila dentro la presa e magari
leggersi le istruzioni e i disclaimer a dotazione obbligatoria di ogni
apparecchiatura elettrica nell'unione europea?
Le apparecchiature elettriche alimentate a tensioni superiori a 50V in
alternata e 75V in continua devono essere marcate CE e conformi alle
direttive applicabili: per esempio BT e EMC. Lasciando perdere la EMC.
Il costruttore deve rispettare i requisiti minimi di sicurezza
previsti dalla direttiva BT (Legge 791/97, 626/96 e s.m.).
Il costruttore pertanto non può assolutamente ignorare la protezione
dalle sovracorrenti della sua apparecchiatura e del cavo e spina di
alimentazione.
ambro
2008-05-06 06:57:01 UTC
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Post by RLDeboni
ripropone, come possiamo risolverlo ?
Vietando tale approccio, come fanno i tedeschi, oppure inserendo un
fusibile nella spina, come fanno gli inglesi.
Oppure predisponendo delle prese munite con fusibile, come si fa per i
rasoi negli alberghi.
Se ci si pone il problema, le soluzioni si trovano.
Se si nega il problema, i disastri sono all'ordine del giorno.
Ma a questo non punto non puoi dare la colpa all'impiantista.

ambro
RLDeboni
2008-05-06 09:58:51 UTC
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Post by ambro
Post by RLDeboni
ripropone, come possiamo risolverlo ?
Vietando tale approccio, come fanno i tedeschi, oppure inserendo un
fusibile nella spina, come fanno gli inglesi.
Oppure predisponendo delle prese munite con fusibile, come si fa per i
rasoi negli alberghi.
Se ci si pone il problema, le soluzioni si trovano.
Se si nega il problema, i disastri sono all'ordine del giorno.
Ma a questo non punto non puoi dare la colpa all'impiantista.
Le colpe dell'impiantista sono riferite alle parti fisse dell'impianto,
quelle che l'impiantista ha acquistato ed installato per conto del cliente.

Scusate la domanda che forse pare un po' ottusa: "Che interesse ha
l'impiantista ad insistere ad installare un magnetotermico da 16A sulle
prese bipasso qualora saltasse fuori che ha una corresponsabilita' in
caso di incidenti ?"

R.L.Deboni
ambro
2008-05-06 12:41:45 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Le colpe dell'impiantista sono riferite alle parti fisse dell'impianto,
quelle che l'impiantista ha acquistato ed installato per conto del cliente.
Allora, siamo arrivati al punto che la responsabilità dell'impiantista si
ferma al componente che lui ha installato. Se il costruttore dichiara che
quel componente è caratterizzato da una corrente nominale di 16 A e viene
protetto con un interruttore di 16 A, mi sembra che non ci siano colpe per
l'impiantista.
Post by RLDeboni
Scusate la domanda che forse pare un po' ottusa: "Che interesse ha
l'impiantista ad insistere ad installare un magnetotermico da 16A sulle
prese bipasso qualora saltasse fuori che ha una corresponsabilita' in
caso di incidenti ?"
Non mi sembra che, per il problema in oggetto, l'installatore sia imputapile
di negligenza, imperizia od altro, certo il CTU sei tu...

Ma torniamo alla tecnica, oggi l'alternativa qual'è: realizzare due circuiti
prese uno da 10 ed uno da 16, con un aumento inutile dei costi, e non è
detto che aumenti la sicurezza, anzi... più componenti installi, maggiore è
il rischio residuo; oppure realizzare un circuito con prese monopasso da 16
A e dotare l'utente di riduzioni 16/10 A, componenti marchiati IMQ quindi
tutto in regola, ma non hai risolto i tuoi problemi, ed anche in questo
caso aggiungi un componente che fa aumentare il rischio.
In funzione di quanto oggi il mercato propone, la soluzione bipresa su
circuito da 16 A, è un buon compromesso tra sicurezza, funzionalità ed
economia, e non mi sembra che sia solamente il mio pensiero e di pochi
altri...

ambro
gs
2008-05-08 08:20:46 UTC
Permalink
Post by ambro
Non mi sembra che, per il problema in oggetto, l'installatore sia imputapile
di negligenza, imperizia od altro, certo il CTU sei tu...
Direi che questo è il problema...
Post by ambro
la soluzione bipresa su
circuito da 16 A, è un buon compromesso tra sicurezza, funzionalità ed
economia, e non mi sembra che sia solamente il mio pensiero e di pochi
altri...
Per quanto può contare, concordo pienamente.
Se ne era già parlato con il Deboni, già in un (lungo) thread -di gennaio
mi pare- che aveva aperto su i.h.f-d-t.
Gli avevo segnalato anche un interessante, seppur vecchio, articolo, che
avevo trovato consultando l'archivio elettronico di Tuttonormel:
Comportamento di prese a spina in condizioni di sovraccarico -autori
Carrescia, Corbellini, Giuliano e Tommasini - L'energia elettrica 7-8 1987,
che può essere esteso per analogia alle prese bipasso.
Nello stesso, gli autori esponevano i risultati delle prove di sovraccarico
su prese da 10A (non 10/16), con carico da 16A, concludendo che il rischio
era trascurabile.
Ognuno, tragga le proprie conclusioni per le prese bipasso, consideriando
che nell'arco di vent'anni i materiali sono migliorati e che buona parte
della presa adesso può sicuramente sopportare 16A.

P.S. Se qualcuno fosse interessato all'articolo e non avesse possibilità di
reperirlo (è consultabile tramite abbonamento Tuttonormel), mi scriva.
Per rendere valido mio indirizzo mail, occorre togliere numeri (da 1 a 6).

--
Giorgio
RLDeboni
2008-05-08 20:51:33 UTC
Permalink
Post by gs
Post by ambro
Non mi sembra che, per il problema in oggetto, l'installatore sia imputapile
di negligenza, imperizia od altro, certo il CTU sei tu...
Direi che questo è il problema...
Gia, cosi', probabilmente, dissero di Luca Magni, coloro che si
sentirono minacciati dalla sua denuncia ... non capendo che il problema
per loro era un Borrelli ed, il suo mastino, Di Pietro.
Post by gs
Post by ambro
la soluzione bipresa su
circuito da 16 A, è un buon compromesso tra sicurezza, funzionalità ed
economia, e non mi sembra che sia solamente il mio pensiero e di pochi
altri...
Esattamente come per le tangenti. Prima del 1990, gli "operatori" del
settore interessato (ovvero i politici), in massa erano convinti che
fossero cosa buona e giusta. Tanto che alcuni restaranno cosi sconvolti
dallo scoprire che in realta' erano dei criminali da poi suicidarsi.

Vede, se c'e' un'argomento che con me non attacca mai, e' "ma lo
fanno/pensano/dicono tutti". O l'argomentazione sta in piedi o non
riuscira' a convincermi, anche se fosse ripetuto in coro da migliaia di
persone.
Post by gs
Per quanto può contare, concordo pienamente.
Se ne era già parlato con il Deboni, già in un (lungo) thread -di gennaio
mi pare- che aveva aperto su i.h.f-d-t.
Gli avevo segnalato anche un interessante, seppur vecchio, articolo, che
Come si fa ad averne una copia ? Lei non mi aveva fornito alcun link.
Ma poi la sua argomentazione era veramente debole. In pratica, siccome
la normativa CEI non descriveva dettagliatamente il caso in oggetto,
allora vi sentite liberi di fare quello che volete/vi fa comodo.
Quello che dimenticate e' che le normative CEI (uffa, ma quante volte
dovro' ancora scriverlo ?) non sono legge. Ed in questo caso specifico,
la legge e' ben piu' severa (se e' vero che, come sostiene lei, la
normativa CEI non impone un magnetotermico da 10A con una spina da 10A),
perche' impone il rispetto della regola d'arte. Ora basta che lei trovi,
non tanto un CTU onesto (o magari straniero, e quindi non
abituato/influenzato dalla cultura conformista italiana), ma un
colleggio di giudici, tipo Borrelli e di Pietro, perche' si trovi,
magari con sua sorpresa, ad avere a che fare con i rigori della legge.

Io sostengo che spesso le normative CEI sono "scorciatoie", volute per
semplificare la vita agli impiantisti ed agli industriali, grazie alla
disposizioni che equipara alla regola d'arte seguire le relative
istruzioni. La conseguenza della mentalita' che si porta con se, lo si
vede in questo criterio (si noti bene, solo italiano ...) della
"elastica" interpretazione sul valore del MGT a monte, relativamente
alle spine a valle. Pero' i normatori del CEI non pare (non ne' sono
certo, mi devo fidare di voi) abbiano voluto rischiare la figuraccia
internazionale e quindi non hanno avuto il coraggio di mettere nero su
bianco: MGT da 16A per spine da 10A.
Risultato, che gli impiantisti estrapolano l'insegnemanento, la cultura,
delle normative CEI, anche dove le norme CEI tacciano, con il risultato
che operano "senza rete", lasciando ai giudici di interpretare che cosa
e' la "regola d'arte" in questo caso specifico (taccendo le norme CEI e
non avendo quell'impiantista altro a cui appellarsi, tantomeno l'
argomento: "ma tutti fan cosi'").
Ma peggio ancora, normative estere (la bella novita' della 37/08 e'
l'esplicita menzione che la regola d'arte si ha anche applicando
normative di altre nazioni EU), come quelle inglesi invece sono piu'
esplicite, e decisamente contro la vostra tesi. Ad un giudice non serve
altro, se cosi' oggi volesse decidere: una pezza d'appoggio per definire
che si tratta di una comportamento incauto, che introduce un potenziale
pericolo, noto a tutti, per quanto trascurabile.
Post by gs
Comportamento di prese a spina in condizioni di sovraccarico -autori
Carrescia, Corbellini, Giuliano e Tommasini - L'energia elettrica 7-8 1987,
che può essere esteso per analogia alle prese bipasso.
Sta scherzando ? Non ho letto le prove, ma dubito che si possa riportare
certe analogie di prova sui risultati.
Post by gs
Nello stesso, gli autori esponevano i risultati delle prove di sovraccarico
su prese da 10A (non 10/16), con carico da 16A, concludendo che il rischio
era trascurabile.
Provi a descrivere ad un giudice l'argomento "rischio trascurabile".
Vede, nella mia esperienza, quello che le verrebbe imputato, non e'
tanto la "trascurabilita' o meno del rischio", ma che anche se non
minimo, il rischio esiste e non e' nullo. E che percio' avrebbe dovuto
lasciare la scelta al cliente, non arbitrariamente decidere per conto
del cliente, che il rischio, ad esempio, di 1 su 1'000'000 (per fare
un'esempio), di vedere morire i suoi bambini e' trascurabile.
Perche' quella volta che succede, quell'impiantista non se la cava con
un "trascurabile".
Ed insisto: "ma chi ve lo fa fare ?" (della serie: siamo al piu' puro
masochismo penale).
Ed anche questo e' un'argomento d'accusa. Anche ipotizzando la
trascurabilita' del rischio (cosa che contesto, dalla mia esperienza),
si da caso che e' anche trascurabile il vantaggio che si ottiene creando
questo rischio. A qualcuno comincia a luccicare qualche lampadina ?
Forse dovremo spostarci su it.diritto ?
Post by gs
Ognuno, tragga le proprie conclusioni per le prese bipasso, consideriando
che nell'arco di vent'anni i materiali sono migliorati e che buona parte
della presa adesso può sicuramente sopportare 16A.
P.S. Se qualcuno fosse interessato all'articolo e non avesse possibilità di
reperirlo (è consultabile tramite abbonamento Tuttonormel), mi scriva.
Per rendere valido mio indirizzo mail, occorre togliere numeri (da 1 a 6).
Attendo (piu' che altro per curiosita', ma 2+2 fa 4 anche se mi si
scrive un trattato che sarebbe 5 o 3).

R.L.Deboni
ambro
2008-05-09 07:39:44 UTC
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Post by RLDeboni
Post by ambro
la soluzione bipresa su
circuito da 16 A, è un buon compromesso tra sicurezza, funzionalità ed
economia, e non mi sembra che sia solamente il mio pensiero e di pochi
altri...
Esattamente come per le tangenti. Prima del 1990, gli "operatori" del
settore interessato (ovvero i politici), in massa erano convinti che
fossero cosa buona e giusta. Tanto che alcuni restaranno cosi sconvolti
dallo scoprire che in realta' erano dei criminali da poi suicidarsi.
Ma come è possibile fare un esempio simile... "che c'azzeccano" le tangenti?


ambro
RLDeboni
2008-05-09 23:25:03 UTC
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Post by ambro
Post by RLDeboni
Post by ambro
la soluzione bipresa su
circuito da 16 A, è un buon compromesso tra sicurezza, funzionalità ed
economia, e non mi sembra che sia solamente il mio pensiero e di pochi
altri...
Esattamente come per le tangenti. Prima del 1990, gli "operatori" del
settore interessato (ovvero i politici), in massa erano convinti che
fossero cosa buona e giusta. Tanto che alcuni restaranno cosi sconvolti
dallo scoprire che in realta' erano dei criminali da poi suicidarsi.
Ma come è possibile fare un esempio simile... "che c'azzeccano" le tangenti?
Alla lontana, nel senso che io ci vedo un parallelo ove "la maggioranza
dei praticanti" ritieneva giusta una prassi che in realta' era
semplicemente criminale (come vuole definire altrimenti una
responsabilita' penale ?).

R.L.Deboni
ambro
2008-05-10 17:13:46 UTC
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Post by RLDeboni
Post by ambro
Post by RLDeboni
Post by ambro
la soluzione bipresa su
circuito da 16 A, è un buon compromesso tra sicurezza, funzionalità ed
economia, e non mi sembra che sia solamente il mio pensiero e di pochi
altri...
Esattamente come per le tangenti. Prima del 1990, gli "operatori" del
settore interessato (ovvero i politici), in massa erano convinti che
fossero cosa buona e giusta. Tanto che alcuni restaranno cosi sconvolti
dallo scoprire che in realta' erano dei criminali da poi suicidarsi.
Ma come è possibile fare un esempio simile... "che c'azzeccano" le tangenti?
Alla lontana, nel senso che io ci vedo un parallelo ove "la maggioranza
dei praticanti" ritieneva giusta una prassi che in realta' era
semplicemente criminale (come vuole definire altrimenti una
responsabilita' penale ?).
Quei praticanti sapevano benissimo che ciò che facevano, ed erano consci
dell'illecito che commettevano, infatti facevano tutto di nascosto e certo
non emettevano le ricevute.
Ora Lei assimila gli impiantisti (tra cui il sottoscritto) a quella gente, e
Li definisce criminali. Nei primi post, mi ha insultato scrivendo che
ragiono con lo stomaco e che non so leggere, ma arrivare al criminale mi
sembra troppo.
Lei oltre a CTU è pure un Giudice... che ha già emesso la sua sentenza...
e quindi, è meglio chiudere la discussione... e che Dio ci salvi!

ambro
RLDeboni
2008-05-10 21:25:53 UTC
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Post by ambro
Quei praticanti sapevano benissimo che ciò che facevano, ed erano consci
dell'illecito che commettevano, infatti facevano tutto di nascosto e certo
non emettevano le ricevute.
Lei sta confondendosi con la situazione odierna.
Negli anni '80 si parlava apertamente delle tangenti. Ed io venivo
tacciato di essere fuoriposto quando provavo ad osservare che, anche se
non pareva illegale (sic!), sicuramente non era un modo di comportarsi
corretto con i contribuenti. Oggi pare strano (ed era ora che si
consideri finalmente che erano comportamenti criminali) di doverla
mettere in questi termini.
Ricordo a chi non c'era che Di Pietro ha dovuto "inventare" una nozione
giuridica, quella di "concussione ambientale", per potere trovare il
reato da perseguire.
Post by ambro
Ora Lei assimila gli impiantisti (tra cui il sottoscritto)
Come si permette ad assurgere a rappresentante di tutti gli impiantisti?
Come si permette anzi, a presumere che tutti gli impiantisti la pensino
come lei, che tutti gli impiantistica si appellino alle norme CEI in
modo lasco, che tutti gli impiantisti non siano in grado/non abbiano le
conoscenze, per applicare la regola d'arte a prescindere di una
interpretazione facilona delle norme CEI ?
Come ai tempi di tangentopoli, c'erano dei politici che non accettavano
il sistema, cosi oggi ci sono impiantisti, che prudentemente, installano
MGT da 10A anche dove lei lo ritiene superfluo.
Quindi se lei si sente offeso, parli per se, e non metta di mezzo la
categoria, che io non ho toccato (del resto sono stati impiantista per
una decina d'anni, percio' ...).
Post by ambro
a quella gente, e
Li definisce criminali.
E cos'erano ? Dei santi ?
Post by ambro
Nei primi post, mi ha insultato scrivendo che
ragiono con lo stomaco
Ma lei di dov'e' ? Se quello per lei era un'insulto ha decisamente dei
problemi.
Post by ambro
e che non so leggere,
Dove l'avrei scritto ?
Post by ambro
ma arrivare al criminale mi
sembra troppo.
Adesso basta!!! Non mi metta in bocca affermazioni non mie!
NON HO MAI SCRITTO CHE LEI E' UN CRIMINALE!!!
Se lei e' uno come quei forcaioli che sono rapidi a considerare
"criminale" chi e' stato accusato di un reato, indipendentemente da
altri aspetti della personalita', e' un problema suo, non mio.
Io non temo di definire un comportamento come criminale, quando come
tale lo riconosco, ma questo non vuol dire automaticamente che io
consideri il colpevole di tale comportamente un criminale.
Ma che razza di dialettica e' la sua ?
Non ha piu' argomenti e la mette giu' sul personale ?!?!
Ho esposto una lunga serie di argomentazioni, ma specialmente ho cercato
di consigliare di stare attenti a quello che potrebbe pensare un
giudice, non il redattore di Tuttonormel o comitato tecnico o altro.
Invece di tacere e meditarci sopra. Magari arrivando alla conclusione
che avrei torto, quindi mettendosi l'anima in pace, oppure forse con
qualche sano dubbio, magari ripromettendosi alla prima occasione di
sentire il parere di un'avvocato (magari con un consulto su it.diritto).
Invece di far tesoro di questo parere cosi' "fuori dal coro", che
potrebbe anche essere utile, ricevo delle reazioni cosi' infastidite che
mi e' venuto naturale il paragone con i "compagni di politica"
infastiditi per il mio rifiuto del meccanismo delle tangenti.

E quindi viene seriamente da domandarsi se questo "fastidio" non
proviene da qualcosa di piu' profondo che rosica nella vostra coscienza.

Ma andate al diavolo !!! Meritate le possibili conseguenze (non mi sto
rivolgendo alla "categoria degli impiantisti", badi bene, ma a coloro
che sono troppo sordi, troppo farisei, per ascoltare - nel senso di
recepire, e poi eventualmente, smantellare - se possibile, pareri contrari).

Insisto, le argomentazioni portate mi fanno solo confermare che io ci
vedo una tale leggerezza (perche' il beneficio e' praticamente irrisorio
rispetto al potenziale danno, per quanto remoto) nell'installare un MGT
da 16A invece che quello da 10A che il comportamento in oggetto e' di
fatto criminale. Esattamente come e' criminale sfiorare un ciclista con
l'auto a 70 kmh. Lo fanno molti, io mi arrabbio e gliele canto, ma se
poi costoro si sentono offesi, come se fossero trattati da criminali, e'
un problema loro. Sono loro che conoscono la loro coscienza e sanno
quindi le motivazioni e le volonta' dietro ai proprio comportamenti.

R.L.Deboni
ambro
2008-05-11 14:28:08 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Post by ambro
Ora Lei assimila gli impiantisti (tra cui il sottoscritto)
Come si permette ad assurgere a rappresentante di tutti gli impiantisti?
Mi limito a chiarire questo punto.
Avevo dato per scontato, ma giustamente non era chiaro, che gli impiantisti
a cui io mi riferisco, sono quelli che considerano corretto mettere un MT
da 16 A a monte delle prese bivalenti.

ambro

Mike
2008-05-09 16:33:56 UTC
Permalink
On 6 Mag, 17:40, RLDeboni <***@deboni.name> wrote:
.....snip....
Post by RLDeboni
In altre parole, la tesi del costruttore e' che ha costruito
l'apparecchio nella presunzione che a monte esiste un circuito
d'intervento da 10A e che percio' non risponde di ogni conseguenza
qualora cosi' non sia.
Chi ha ragione ? (Cliente a parte che ovviamente deve pero' sapere a chi
rivolgersi ?).
Il processo ipotetico si sta complicando, anche se, allo stato
dell'arte, come CTU, propenderei a scaricare la responsabilita'
sull'installatore, l'unico che ha in mano la situazione, con le norme
come sono oggi.
Assurdo! Cosa cavolo centra l'installatore. La ex L. 46/90 e l'attuale
DM 37/08 non si applicano oltre la presa a spina... Chi infila la
presa dell'apparecchiatura nella presa? Chi deve preoccuparsi di
verificare le caratteristiche di cosa infila dentro la presa e magari
leggersi le istruzioni e i disclaimer a dotazione obbligatoria di ogni
apparecchiatura elettrica nell'unione europea?
Le apparecchiature elettriche alimentate a tensioni superiori a 50V in
alternata e 75V in continua devono essere marcate CE e conformi alle
direttive applicabili: per esempio BT e EMC. Lasciando perdere la EMC.
Il costruttore deve rispettare i requisiti minimi di sicurezza
previsti dalla direttiva BT (Legge 791/97, 626/96 e s.m.).
Il costruttore pertanto non può assolutamente ignorare la protezione
dalle sovracorrenti della sua apparecchiatura e del cavo e spina di
alimentazione.
gs
2008-05-09 20:46:17 UTC
Permalink
"RLDeboni" <***@deboni.name> ha scritto nel messaggio news:cN-***@giganews.com...

CUT (no comment)
Post by RLDeboni
Come si fa ad averne una copia ?
TNE servizio arretrati, oppure abbonamento che preveda l'accesso al loro
archivio oppure contattare chi lo ha.
Post by RLDeboni
Forse dovremo spostarci su it.diritto ?
Mah... io consiglierei it.discussioni.litigi. Magari trova qualcuno che ha
tempo da dedicarle.

--
Giorgio
RLDeboni
2008-05-09 23:27:44 UTC
Permalink
Post by gs
CUT (no comment)
Post by RLDeboni
Come si fa ad averne una copia ?
TNE servizio arretrati, oppure abbonamento che preveda l'accesso al loro
archivio oppure contattare chi lo ha.
Nuovamente.
Perche' devo pagare per leggere la descrizione di una prassi che ritengo
una fesseria ? (insisto: nessuno ha ancora risposto alla mia domanda:
"ma chi ve lo fa fare ?", almeno i tangetari avevano un utile ...)

R.L.Deboni
Mike
2008-05-05 08:14:58 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Premessa: io sostengo che a monte delle prese bivalenti 10A/16A si deve
porre un magnetotermico da 10A.
Non ho letto tutto il post perchè non ne ho il tempo, mi fermo quì
dicendo solo che la presa bipasso 10/16A è dichiarata dal costruttore
con portata nominale 16A anche nelle condizioni di uso a 10A, il tutto
in base alle norme di prodotto e relative prove. All'epoca della prima
uscita di tale prese c'era un costruttore che non avendoli a catalogo
aveva fatto terrorismo agli installatori appellandosi al fatto che la
soluzione non era a norma, ma si parla di una ventina d'anni fà...


.snip....
Post by RLDeboni
PS:scusate il disordine di queste considerazioni, ma ho scritto di getto.
Alla faccia del getto :-D Ma quando ci pensi cosa scrivi una
enciclopedia?
RLDeboni
2008-05-05 10:24:11 UTC
Permalink
Post by Mike
Post by RLDeboni
Premessa: io sostengo che a monte delle prese bivalenti 10A/16A si deve
porre un magnetotermico da 10A.
Non ho letto tutto il post perchè non ne ho il tempo, mi fermo quì
dicendo solo che la presa bipasso 10/16A è dichiarata dal costruttore
con portata nominale 16A anche nelle condizioni di uso a 10A, il tutto
in base alle norme di prodotto e relative prove.
Quali sono le norme prodotte applicate ?
A parita' di condizioni con le prese monovalenti da 10A, visto che la
lunghezza utile (ricordiamoci che c'e' anche un tratto isolato) ed il
diametro dei poli di una spina predefinito, l'unica variabile e' che le
lamelle di contatto dell'alveo per la spina da 10A abbia un maggiore
arco di curvatura, di piu' di 130 gradi.
Teniamo presente che 16A sono il 60% in piu' di 10A, percio' il migliore
risultato sostenuto dal costruttore implica una maggiore efficienza di
contatto di almeno il 60% e scusate se non mi sembra poco.

Se invece si volesse sostenere che la presa da 10A, cosi' come e'
costruita ha un notevole margine di sicurezza, allora vuol dire che il
risultato dichiarato ottenuto e' a scapito dei margini di sicurezza.
Post by Mike
Alla faccia del getto :-D Ma quando ci pensi cosa scrivi una
enciclopedia?
Diciamo che sono piu' dettagliato e preciso ;-)

R.L.Deboni
Mike
2008-05-05 13:32:03 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Quali sono le norme prodotte applicate ?
CEI 23-50 che derivano dalla IEC 60884-1. Non derivano da norme
CENELEC dato che sono esplicitamente escluse dalla direttiva BT.
Ebbene sì, la comunità europea si preoccupa di omologare le dimensioni
delle banane e dei piselli ma non le prese a spina...
Post by RLDeboni
A parita' di condizioni con le prese monovalenti da 10A, visto che la
lunghezza utile (ricordiamoci che c'e' anche un tratto isolato) ed il
diametro dei poli di una spina predefinito, l'unica variabile e' che le
lamelle di contatto dell'alveo per la spina da 10A abbia un maggiore
arco di curvatura, di piu' di 130 gradi.
Teniamo presente che 16A sono il 60% in piu' di 10A, percio' il migliore
risultato sostenuto dal costruttore implica una maggiore efficienza di
contatto di almeno il 60% e scusate se non mi sembra poco.
Se invece si volesse sostenere che la presa da 10A, cosi' come e'
costruita ha un notevole margine di sicurezza, allora vuol dire che il
risultato dichiarato ottenuto e' a scapito dei margini di sicurezza.
Non ne ho idea, non faccio il costruttore di prese di mestiere :-)..
Se dovessi farlo applicherei la norma di prodotto e mi rivolgerei a un
organismo terzo di controllo, come fanno la maggior parte dei
costruttori che hanno le prese marcate IMQ.
Mike
2008-05-05 08:14:59 UTC
Permalink
Post by RLDeboni
Premessa: io sostengo che a monte delle prese bivalenti 10A/16A si deve
porre un magnetotermico da 10A.
Non ho letto tutto il post perchè non ne ho il tempo, mi fermo quì
dicendo solo che la presa bipasso 10/16A è dichiarata dal costruttore
con portata nominale 16A anche nelle condizioni di uso a 10A, il tutto
in base alle norme di prodotto e relative prove. All'epoca della prima
uscita di tale prese c'era un costruttore che non avendoli a catalogo
aveva fatto terrorismo agli installatori appellandosi al fatto che la
soluzione non era a norma, ma si parla di una ventina d'anni fà...


.snip....
Post by RLDeboni
PS:scusate il disordine di queste considerazioni, ma ho scritto di getto.
Alla faccia del getto :-D Ma quando ci pensi cosa scrivi una
enciclopedia?
Lucio
2008-05-10 07:02:08 UTC
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E perdete anche tempo a rispondergli?

Mandi

Lucio
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